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PAS

programma
committente
progetto
collaboratori
realizzazione
superficie 
crediti fotografici

Scuola primaria

Comune di Riccione
Archisbang, Areaprogetti
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3.000 mq
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Zavalloni suggerisce la riappropriazione di un autentico senso del tempo: la nostra società è sopraffatta dall’uso della vista, i bambini sono bombardati di stimoli visivi: l’immediatezza è la parola d’ordine, la quantità la naturale conseguenza. Dare spazio anche agli altri quattro sensi significa invece rallentare, darsi il tempo, di ascoltare e percepire l’andamento di un tempo naturale, di cui la stagionalità è espressione. L’approccio è qualitativo, e investe tutti i momenti di utilizzo della struttura scolastica, da parte di bambini, insegnanti, genitori, nonni: la didattica, i momenti di approccio pratico e laboratoriale, la lettura, individuale e collettiva, contribuendo a crescere una generazione di futuri lettori (in contrasto con gli allarmanti dati ISTAT a riguardo), di bambini curiosi di quanto li circonda, che apprendono con strumenti analitici affiancati al web.

Guardare

In ogni ambiente della scuola la luce filtra naturalmente, le porzioni vetrate permettono il contatto visivo con gli agenti atmosferici, l’affaccio sul cortile interno a verde mostra lo spettacolo dell’alternarsi delle sfumature stagionali.

Ascoltare

La corte si anima con il calore della bella stagione, ammette il silenzio nei mesi più freddi. Così come la stessa città di Riccione, tanto influenzata dalla stagionalità per l’afflusso dei turisti estivi.

Annusare

Le piante aromatiche negli orti didattici, le fioriture stagionali, che si susseguono e che dettano nuove sensazioni olfattive.

Assaggiare

Nel laboratorio di cucina si sperimentano nuove attività, si mescolano gli ingredienti, si gustano i frutti della terra di stagione.

Toccare

La temperatura sulla pelle nelle attività all’aperto durante tutto l’arco dell’anno, il tepore della protezione invernale, il contatto con le superfici di gioco (l’erba della corte nella bella stagione, il legno degli arredi interni nei mesi freddi).

Per aggiungere valore alla percezione sensoriale, ci si pone l’obbiettivo di arricchire la complessità e la varietà materica degli ambienti, introducendo sofficità, morbidezza, elasticità in luoghi spesso composti da pochi materiali, tutti duri. La ricchezza del paesaggio materico supporta i bambini nell’avventura della conoscenza e della costruzione della propria identità.

Il progetto introduce una gamma di colori solari, luminosi anche se mediamente saturi, con l’obbiettivo di arricchire il paesaggio cromatico dei bambini e fornire sfumature e colori non banali, lontani dal semplificato mondo del giallo-rosso-blu.

L’utilizzo di grafiche colorabili che raccontano la suggestione delle stagioni e l’approccio ai cinque sensi permette di personalizzare gli ambienti, lasciando spazio all’immaginazione dei bambini.

Concetto urbanistico

La scuola, sviluppata su un solo piano fuori terra, occupa interamente il lotto, disponendosi sullo schema di un ellisse allungato che ospita in ventre il giardino dedicato al gioco ed all’apprendimento dedicato ai bambini. Allo stesso tempo essa offre una nuova vita al parco urbano che si sviluppa come una morbida promenade a spirale in copertura, con schermatura verso l’interno, percorribile a piedi o in bicicletta: un polmone verde restituito alla città, che guadagna in ariosità e luce con il passaggio di quota.

Aspetti compositivi

La dislocazione degli ambienti richiama la circolarità dell’andamento stagionale: la scuola si sviluppa su schema ellittico attorno alla corte centrale. Le aule, i laboratori e le quattro grandi funzioni (atrio, mensa, palestra biblioteca) gravitano in maniera centripeta attorno ai simbolici quattro alberi che prendono rilievo nelle stagioni differenti: in primavera la fioritura bianca del ciliegio prunus cerasus, in estate la fioritura rosa della pawlonia tomentosa, in autunno le sfumature calde del liriodendrum tulipifera, in inverno il verde vivo del perenne laurus nobilis. La trasparenza verso l’interno permette l’affaccio sul giardino da tutti gli ambienti, la scomposizione dei volumi suggerisce la compenetrazione della città dove può accadere l’interazione.

Aspetti funzionali

Le aule sono posizionate una di fronte all’altra secondo le classi (1a e 1b, 2a e 2b...), per garantire l’interazione “orizzontale” attraverso la striscia verde che le unisce. All’interno sono suddivise da pareti mobili, per consentire le attività congiunte tra classi di anni successivi.

La scuola è accessibile sul fronte sud attraverso l’atrio d’ingresso, in comunicazione con parcheggio insegnanti e area sosta genitori. Da qui parte il percorso verde del parco urbano che fiancheggia la scuola lungo la via panoramica e sale al giardino in quota con una rampa morbida, quinta verde con funzione di filtro tra la scuola e il “retro” degli edifici residenziali adiacenti.

La mensa ha un doppio accesso, comodo dall’esterno per i mezzi di approvvigionamento.
La palestra e la biblioteca, con lo spazio interno allestito a teatro utilizzabile anche per attività performative o piccole conferenze, sono accessibili indipendentemente dall’esterno in modo da poter ospitare un programma di attività a servizio della città, senza interferire con la struttura scolastica vera e propria.
Lo sdoppiamento dei percorsi rende fluidi i flussi: all’aperto il percorso breve tramite la corte interna, al coperto tutto è accessibile tramite il corridoio perimetrale, “abitato” con zone di lettura e arredi informali, che si fonde con gli ambienti attraversabili. La sala insegnanti ha anche accesso dedicato dall’esterno ed è pensata come uno spazio piacevole dedicato ai momenti più privati di svago, incontro con colleghi o genitori, dialogo, correzione e approfondimento individuale, in diretto contatto con la biblioteca.

Aspetti pedagogici

Il concetto zavalloniano di “gioco-studio-lavoro manuale” si declina in tutti gli ambienti della scuola: nelle aule si studia, si gioca e si crea, le configurazioni differenti degli arredi permettono le lezioni frontali e il lavoro di gruppo; negli orti didattici e attraverso le piccole serre smontabili distribuite sulle strisce di verde, il lavoro manuale diventa momento didattico all’aperto; il laboratorio di informatica è allestito in maniera inconvenzionale e può essere utilizzato in continuità con l’atrio, arredato con tavolini bassi e tablet; il laboratorio di manualità e attività pratiche può essere utilizzato interagendo con gli spazi esterni moltiplicando le attività possibili; a contatto con la mensa, il laboratorio di cucina permette di esprimere la creatività avvicinandosi a una sana educazione alimentare.

In questo progetto didattico assume particolare importanza la biblioteca:
• diffusa negli spazi comuni, con sistemi espositivi non tradizionali (poggiati di piatto, aperti), in cui trovare spunti di lettura collegati alle attività svolte, educazione motoria, laboratori scientifici, arti applicate;

• nello spazio dedicato, organizzata con grande facilità e libertà di accesso e di uso, dal punto di vista dell’organizzazione delle raccolte, della localizzazione ed esposizione dei documenti (il più possibile in contenitori, non in scaffali), della varietà dell’offerta (libri illustrati, tattili, libri gioco e giocattoli, animati e sonori, giocattoli, materiali per disegnare, audiovisivi) degli arredi (gradoni a “teatro”, cuscini, tappeti, sedute informali per i genitori);

• anche gli spazi esterni concorrono all’offerta: le superfici verdi pertinenziali alle aule possono rappresentare occasione di letture collettive all’aperto, ma anche spazi individuali di relax;

• nell’atrio di ingresso della scuola, e nella biblioteca vera e propria, si prevedono funzioni specifiche per adulti accompagnatori, per l’attesa e la socializzazione, ma anche per documentazione sui temi dell’infanzia, della cura del bambino, del gioco e dell’educazione, organizzate con sedute informali, piccoli tavoli rotondi ed espositori con periodici.

Aspetti innovativi e sostenibilità

In termini di sostenibilità, l’attenzione è focalizzata sulla qualità ambientale interna dei luoghi di apprendimento, sugli aspetti acustici, sul comfort visivo e termico e sulla salubrità dell’aria. La visione è quella di ampio spettro suggerita dalla certificazione LEED. Si privilegiano i criteri passivi: corretta esposizione combinata all’utilizzo di schermature e aggetti, ottimizzazione di ventilazione e luce naturale, illuminazione b-side o tramite lucernari schermabili, veneziane interne ai vetri, utilizzo di vetri basso- emissivi, isolamento termico del pacchetto murario, recupero delle acque piovane per l’irrigazione. La presenza delle piante di fronte alle aule agisce come naturale filtro di pulizia dell’aria durante le ore diurne. L’utilizzo del tetto verde contrasta l’effetto isola di calore e contribuisce alla permeabilità dei suoli. I materiali suggeriti sono principalmente di provenienza regionale e privi di contaminanti nell’ottica di una valutazione completa del ciclo di vita dell’edificio. Una pompa di calore coadiuvata da fonti di approvvigionamento rinnovabili (quali sonde geotermiche, pannelli fotovoltaici in silicio amorfo, fotovoltaico organico integrato alle pareti vetrate) alimenta i pannelli radianti a pavimento e/o soffitto per il riscaldamento e il raffrescamento integrativo degli ambienti.

Nell’ottica di un edificio che insegna la sostenibilità tutti questi meccanismi possono essere raccontati ai bambini e sperimentati in maniera diretta. Allo stesso modo il parco in quota potrebbe essere arricchito con un percorso attrezzato educativo per la produzione di energia elettrica tramite attività cinetica.

L’edificio è pensato su schema modulare in modo che sia adatto ad essere realizzato con pannelli prefabbricati, posati a secco, utilizzando materiali naturali, preferibilmente legno. Le vetrate sono disposte a creare un effetto “morbidezza” pur preservando la semplicità dello schema costruttivo nell’ottica più generale di un contenimento mirato dei costi.

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